Art. 35.
(Associazioni venatorie).

      1. Le associazioni venatorie sono libere.
      2. Le associazioni venatorie istituite per atto pubblico possono chiedere di essere riconosciute agli effetti della presente legge, a condizione che posseggano i seguenti requisiti:

          a) abbiano finalità ricreative, formative e tecnico-venatorie;

          b) abbiano ordinamento democratico e posseggano una stabile organizzazione a carattere nazionale, con adeguati organi periferici;

          c) dimostrino di avere un numero di iscritti non inferiore a un ventesimo del totale dei cacciatori calcolato dall'Istituto nazionale di statistica (ISTAT), riferito al 31 dicembre dell'anno precedente quello in cui avviene la presentazione della domanda di riconoscimento.

      3. Le associazioni di cui al comma 2 sono riconosciute con decreto del Ministro delle politiche agricole, alimentari e forestali, di concerto con il Ministro dell'interno, sentito il Comitato tecnico faunistico-venatorio nazionale.
      4. Qualora vengano meno i requisiti previsti per il riconoscimento, il Ministro delle politiche agricole, alimentari e forestali dispone con decreto la revoca del riconoscimento stesso.
      5. Si considerano riconosciute agli effetti della presente legge la Federazione italiana della caccia e le associazioni venatorie nazionali (Associazione migratoristi italiani, Associazione nazionale libera caccia, ARCI caccia, Unione nazionale enalcaccia pesca e tiro, Ente produttori selvaggina, Associazione italiana della caccia-Italcaccia) già riconosciute e operanti ai sensi dell'articolo 86 del testo unico delle norme per la protezione della selvaggina

 

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e per l'esercizio della caccia, di cui al regio decreto 5 giugno 1939, n. 1016, come sostituito dall'articolo 35 della legge 2 agosto 1967, n. 799.
      6. Le associazioni venatorie nazionali riconosciute sono sottoposte alla vigilanza del Ministro delle politiche agricole, alimentari e forestali.